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U ciuraru ru campusantu di Anna Mauro al Teatro Savio

Data spettacolo: 28/09/2007 alle ore 21:00

28 novembre 2007

PALERMO - U CIURARU RU CAMPUSANTU di Anna Mauro
L'AMORE PER LA GIUSTIZIA CONDITO DI RISATE E SAGGEZZA POPOLARE
di Enza Garipoli


IL CAST DE "IL CIURARU RU CAMPUSANTU" DI ANNA MAURO CON L'AUTRICE

PALERMO - Anna Mauro, la nota e apprezzata autrice teatrale palermitana, non ha ancora finito di stupire il suo affezionato pubblico con una delle sue opere più belle, quel "Barbone di Partanna" appunto che ha deliziato gli spettatori del Teatro Politeama al completo lo scorso 7 ottobre, che ecco un altro "regalo" (visto che si avvicinano le Feste di Natale) "U Ciuraru ru Campusantu" rappresentato  dagli attori della sua compagnia teatrale "Il Carrozzone", sempre all'altezza delle opere proposte.
"Il Ciuraro", riconferma la vena sociale e poetica di Anna Mauro, che anche in questa occasione ha offerto una commedia intensa e significativa con i personaggi presi dal popolo, quello che anima la vita vera e spartana di tutti i giorni nell'amata Palermo. Una vita a volte spietata, ma sovente arricchita da una grande ironia e introspezione dei valori siciliani. I protagonisti sono un fioraio, un musicista, un becchino, e i defunti del cimitero.

GINO BONANNO E' STATO IL MAGNIFICO PROTAGONISTA FRA ECCELLENTI COMPRIMARI: SALVO RUBINO E DANNY ROTOLO

Lacrime e riso parlano di vita e morte, in questa commedia di Anna Mauro esaltata anche dall'interpretazione di tutti i protagonisti: da Gino Bonanno, a Salvo Rubino, Danny Rotolo, Simonetta Genova, Davide Di Meglio, Maria Teresa Ricotta, Marisa Capone e Claudio Mandalà.
Quando un testo è valido, come in questo caso, la narrazione scenica scorre agevolmente accompagnando i telespettatori tra i vari significati dell'opera ideata dall'autrice. E così vengono messi in risalto, ma senza essere eccessivamente tragici - tranne che nel tristissimo finale della morte di Totò 'U Toco che in questa sua fine trova finalmente la sua riabilitazione ed esclama dall'oltretomba "Sugnu Vivu" - le varie sfaccettature della vita di tutti i giorni, ponendo l'accento sul tipico tran tran palermitano e sui problemi sociali che ancora non sono stati risolti dai soliti politici che non vogliono, o non possono, fare di più e di meglio per i loro concittadini. E allora, non resta che affidarsi a Santa Rosalia.

Ma anche in questo suo contraltare tra comico e tragico, temi tanto importanti e vicini al sentire della stragrande maggioranza di palermitani e siciliani onesti e laboriosi, sta la grandezza di Anna Mauro come lettrice attenta dei bisogni e dei sogni dei suoi concittadini. Anna Mauro non è solo un'insegnante di Educazione Fisica preparata e amatissima dai suoi studenti, ma è anche una sincera appassionata di "Palermologia": infatti, non è difficile incontrarla su un qualsiasi autobus o tram urbano, sui quali si siede e sta attenta ai discorsi della gente comune, alle situazioni che nascono come funghi agli incroci delle strade, lungo i viali e le strade affollate di Palermo, nella sala d'attesa del medico di base, dalla parrucchiera e così via.
Questo amore sincero, ma anche critico accorto e non privo di acuta saggezza, è la spiegazione e l'artefice primo della grandezza di Anna Mauro, autrice e regista di un Teatro Siciliano di livello internazionale.

 

SIMONETTA GENOVA SPIEGA LA TRAMA... E NON SOLO
Lo spettacolo inizia mostrandoci due amici: un fioraio che ha la sua baracchetta vicino al cimitero e un violinista che suona ai funerali. Con le sue note, Totò "’u Toco" è solito accompagnare in paradiso l’anima del defunto che, mentre sale, lo ringrazia e se ne va.

Zu Mimiddu, dal canto suo, parla con i suoi "armaluzzi", i fiori con cui lavora ogni giorno, ed è capace di conversare con il giudice deceduto, lasciato solo persino dai soldati che prima vegliavano sulla sua tomba. Artista pure lui, a modo suo Zu Mimiddu mette l’accento sui momenti più importanti della vita: matrimoni, nascite e morti, che per certi familiari sono occasione di grandi festeggiamenti. I due amici chiacchierano e consumano rituali rassicuranti come la preparazione del caffè e la lettura dei quotidiani (rigorosamente passati, perché i giornali "quannu su frischi i jurnata, i fissaria ca scrivinu sunnu comu i trona": "quando sono freschi, le fesserie che scrivono sono come i tuoni").

Laddove il violinista ama il suo lavoro e sarebbe disposto a farlo per tutti, ricchi o poveri, il becchino Erasmo incarna invece la stolida ricerca del guadagno di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese: il dolore degli altri, infatti, non è per lui che un’occasione di "miettiri ’a pignata" - almeno finché la morte non arriva a toccarlo da vicino. Fra un sorriso e una situazione a sorpresa, i tre personaggi sciorinano tutte le possibili sfumature di colore palermitano e non: i vigili che, dopo aver lasciato la macchina in doppia fila, fanno la multa agli altri; l’insofferenza per il parcheggio a pagamento nelle "zone blu"; gli sprechi in occasione del Festino di Santa Rosalia che, per potere passare sul suo enorme carro, dovrebbe costringere i maldestri organizzatori a demolire e ricostruire pezzi di storiche mura.

In un film sempre pensato e mai realizzato, Fellini immaginò uno strano violoncellista smarrito di fronte all’idea della morte giunto lui stesso nell’aldilà o, forse, protagonista di un sogno). Qui c’è invece un violinista smarrito di fronte alla vita: Totò "’u Toco", detto anche "’u mutàngaro", custodisce col suo silenzio un terribile segreto che lo riguarda, un oscuro evento del suo passato che ne ha fatto un morto vivente, un reietto della società. Totò riesce ad aprire il suo cuore solo in presenza dell’amico fioraio, che d’altra parte è l’unica ragione che finora lo ha tenuto attaccato alla vita.

I commercianti spinti a denunciare gli usurai, il disagio giovanile, i morti dimenticati dai loro cari, il divario fra la legge e la giustizia. Sono tutti temi che fanno di questa un’opera piena di verità. E la verità è fatta di considerazioni semplici, di fatti che stanno sotto gli occhi di tutti. Fra tragedia e commedia, fra dramma e giallo, quale sarà nel frattempo l’esito della vicenda del violinista? Dobbiamo rispondere con quello che per il senso comune è un paradosso, ma dal punto di vista di un artista è la risposta più prevedibile, ovvero l’unica.

L’epilogo della storia non è di Anna Mauro: come accade unicamente nelle opere realmente ispirate, nelle quali il creatore diventa un semplice tramite delle istanze dei personaggi, l’Autrice ha dovuto arrendersi al destino dei suoi protagonisti, che hanno travalicato la sua volontà fino alle estreme conseguenze e sono diventati i soli artefici del loro destino scenico.

PROTAGONISTI:
Gino Bonanno, Salvo Rubino,
Denny Rotolo, Davide Di Meglio, Maria Teresa Ricotta, Simonetta Genova, Marisa Capone, Claudio Mandalà


e le voci di:
Francesco Vinci, Filippo Minneci, Maria Teresa Ricotta, Sonia
Reina, Federica Cafiso, Rebecca Ciani, Serena Mauro, Marta Modica,
Michela Inzirillo, M. Rosaria Mannella, Alessia Falsone, Giuseppe Maniscalco, (
...)

Scenografie di Valentina Raccuglia

Allestimento di Marco Ferrazzi

Luci e fonica di Arcadia Service

Regia: Anna Mauro

 

 

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